Perché scommettere su R&S?

L’importanza dell’innovazione e della ricerca per lo sviluppo economico e il benessere di una nazione è ampiamente riconosciuta.

È storicamente dimostrato che i Paesi che hanno puntato in questa direzione hanno consolidato la crescita e sono oggi i più avanzati.

L’Italia è divisa dalla maggior parte dei Paesi Occidentali sotto il profilo tecnologico e della R&S. La spesa complessiva non ha mai superato l’1,4% del PIL, mentre nella Germania e negli Stati Uniti questa percentuale è costantemente vicina al 3%.

Se, in generale, gli investimenti nelle attività di ricerca e sviluppo in Italia sono inferiori alle principali economie mondiali purtroppo non è solamente una questione che si riferisce al mondo del pubblico. Anche le aziende private italiane hanno mostrato debolezze strutturali e poca confidenza sul piano dell’innovazione. Sicuramente in Italia le dimensioni delle imprese (percentuale altissima di PMI rispetto alle grandi aziende) e la scarsa internazionalizzazione degli ultimi decenni ha inciso profondamente anche sulla direzione degli investimenti.

Oggi il nostro sistema è debole e la mia paura è che tutto ciò può compromettere anche l’applicazione delle tecnologie emergenti. L’Europa, in generale, e l’Italia rischiano di perdere le opportunità di sviluppo offerte dai nuovi orizzonti tecnologici come Industria 4.0 e Intelligenza Artificiale. Il rischio maggiore, come uno studio del think tank Bruegel sottolinea, è che la carenza di formazione e istituzioni in cui vengano sviluppate le competenze da applicare ai settori “di frontiera” può ampliare il nostro gap con Stati Uniti e Cina.

Cosa sarebbe opportuno fare a questo punto?

  • Aumentare la percentuale sul PIL degli investimenti in R&S di circa 0,2 punti percentuali ogni anno fino al 2027. In questo modo sarà possibile sfruttare la finestra temporale offerta dall’ampliamento del budget europeo e dal Recovery Fund;
  • Favorire il più possibile lo scambio di conoscenze e innovazione tra settore e pubblico privato. Partendo dagli investimenti nella ricerca di base (che vanno ampliati sul totale) è possibile favorire l’applicazione tecnica nella produzione di beni e servizi all’interno delle aziende;
  • Creare una rete di competenze tecnologiche sia a livello pubblico – con investimenti nei programmi rivolti all’implementazione dell’Industria 4.0, dell’AI, del 5G etc. – sia a livello industriale – incentivare la formazione continua sul lavoro con politiche attive, sgravi fiscali e vincoli alla ricezione dei fondi pubblici;
  • Portare avanti programmi di sensibilizzazione e informazione delle attività scientifiche e di ricerca anche attraverso maggiore collaborazione ed inserimento delle Università nel rapporto con le aziende.

 

Tatiana Micheli General Manager