Le nuove tecnologie digitali nelle automobili semplificano la nostra vita, ma possono presentare serie vulnerabilità di sicurezza.
La Connected and automated mobility (CAM) si compone di innumerevoli soluzioni tecnologiche, frutto di investimenti e di un gran lavoro di sviluppo da parte di moltissime industrie e imprese.
La cybersecurity risulta quindi centrale dal momento che stiamo parlando di autoveicoli e non solo connessi in rete e fortemente caratterizzati dall’utilizzo di tecnologie software.
Il rapporto pubblicato dall’Agenzia europea per la cyber sicurezza, dal titolo “Cybersecurity stocktaking in the Cam”, è centrato proprio sui principali pericoli informatici che potrebbero riguardare reti, servizi e software relativi al Connected and automated mobility.
Le minacce informatiche d’altronde sono numerose e sempre più insidiose in termini di sicurezza di mezzi, infrastrutture ed esseri umani, per questo motivo la platea di soggetti interessati è vasta: dalle associazioni di settore agli operatori automotive, dai fornitori di servizi ai Governi e le Autorità regolatorie nazionali, dalle imprese dei sistemi di trasporto intelligente all’industria automobilistica, dagli fornitori di sistemi smart city ai fornitori di tecnologie software e hardware, fino agli operatori delle reti di telecomunicazione e ICT.
Non meno importante ai fini dello sviluppo di questo nuovo tipo di mobilità pubblica e privata sono le disposizioni relative ai regolamenti di cybersecurity e agli upgrade software. Le Nazioni Unite hanno proposto di adottare un regolamento che dovrebbe entrate in vigore dopo il voto della Commissione Europea da luglio del 2022, finalizzato ad imporre a tutti e in primis alle case automobilistiche standard molto elevati di cybersecurity.
Secondo alcuni report il mercato dei servizi e delle tecnologie cybersecurity per la mobilità connessa e autonoma potrebbe raggiungere i 4 miliardi di euro entro il 2025 in Europa e complessivamente a livello globale potrebbe arrivare a valere più di 556 miliardi di dollari entro il 2026.
Le nuove tecnologie digitali nelle automobili semplificano la nostra vita, ma presentano serie vulnerabilità.
Molte auto di nuova generazione sono “connesse”, il che significa che sono dotate di tecnologia che utilizza Internet per consentire l’accesso a una vasta gamma di informazioni e funzioni di controllo dallo smartphone.
Oggi i proprietari di queste auto possono utilizzare un app per smartphone per fare qualsiasi cosa, dallo sblocco delle porte fino alla prenotazione dell’auto per un servizio. Sicuramente queste sono grandi per comodità, ma le conseguenze potrebbero essere molto serie.
I sistemi elettronici delle auto moderne raccolgono e archiviano i dati, sia dallo smartphone che dalle abitudini di guida. Se i cyber criminali avessero accesso a questi dati personali, potrebbero usarli per scopi chiaramente non leciti.
E’ chiaro quindi che una delle nuove sfide per l’industria automobilistica è migliorare la cyber security dei sistemi di basso livello, come la telematica e i sistemi di infotainment. Da questa analisi quindi si desume che il settore automobilistico è fortemente in ritardo nel garantire che le tecnologie connesse a Internet siano protette dalle minacce informatiche nascenti.
Un’altra area di rischio è la sicurezza dei vari sistemi dei punti di ricarica visto che un numero sempre più crescente di automobilisti sta passando ai veicoli elettrici.