Limiti dell’Identità digitale rispetto a quella reale

Ho preso spunto dalle dolorose vicende di cronaca legate a Tik Tok ed alla fruibilità dei social da parte dei minori per ragionare su quali strumenti si possono per implementare per verificare se dall’altra parte dello schermo ci sia chi si è dichiarato di essere.

Tutti possono accedere senza un vero e proprio controllo ad un social, senza restrizioni quali il limite minimo di età: ad una persona fisica non deve corrispondere necessariamente un’identità digitale, un account. E’ impossibile verificare se dietro uno username ci sia di fatto un maggiorenne, un minorenne, un cittadino residente in UE o extra UE (via vpn).

Ad oggi quindi l’unico criterio di controllo sull’età di colui che usufruisce del servizio social è demandato, via accountability, proprio alla responsabilità del fruitore e nel caso di minori il responsabile è il genitore.

Io sono un genitore che predilige sempre una corsa al parco e cerco di limitare gli accessi dei miei bambini alle piattaforme social, spesso condividiamo questi momenti insieme ma verificare sempre cosa, quanto e quando “accedono” non è per niente facile.

Così come è impensabile, per tagliare corto, bloccare ogni accesso social/digital. Questa azione corrisponderebbe ad un isolamento dal mondo esterno che nel 2021 è mediato (nel senso stretto di media) da internet.

 

Matteo Marino, su https://www.e-lex.it/ ha scritto un articolo interessante in merito, soprattutto dal punto di vista della normativa, lo condivido volentieri:

 

L’urgenza della tutela dei minori nell’ambito dei social network: il caso Tik Tok

La tutela del minore è sancita come principio cardine all’interno dell’ordinamento dell’Unione Europea; l’art. 3 del Trattato di Maastricht stabilisce l’obiettivo di promuovere la tutela dei diritti del minore, mentre la Carta di Nizza affida la protezione dei diritti dei minori alle istituzioni dell’Unione e ai Paesi membri.

Coerentemente con i principi delle fonti apicali dell’ordinamento unionale, il legislatore europeo, con il Regolamento UE 679/2016, ha previsto garanzie volte a permettere la concretizzazione la tutela del minore anche nell’ambito del trattamento dei dati personali.

L’art. 8 del Regolamento, infatti, prevede il divieto di offerta diretta di servizi digitali – quale ad esempio l’iscrizione ai social network – ai minori di 16 anni, a meno che il genitore, o chi ne fa le veci, abbia prestato il consenso. L’art. 8 del GDPR prevede una deroga a tale principio generale, premettendo agli Stati membri l’individuazione di un limite differente purché non inferiore a 13 anni. Nell’ordinamento italiano, il legislatore ha fissato tale limite a 14 anni.

Garantire la tutela del minore è divenuta questione di primissima urgenza a seguito della nota vicenda che ha coinvolto una giovanissima utente di Tik Tok.

Pochi giorni dopo il tragico evento, lo scorso 22 gennaio, l’Autorità Garante per la protezione dei dati personali, ha adottato la procedura d’urgenza disciplinata dall’art. 66 del GDPR, disponendo nei confronti di Tik Tok la misura della limitazione provvisoria del trattamento prevista dall’art. 58, par. 2, lett. f) GDPR.

Si tratta della prima volta nella quale un’autorità di controllo ha posto in essere tale misura d’urgenza dall’entrata in vigore del GDPR.

Il Considerando 137, posto dal legislatore europeo come punto di riferimento per l’interpretazione della procedura d’urgenza, sancisce che, in caso di necessità, le autorità di controllo potrebbero avere bisogno di “intervenire urgentemente per tutelare i diritti e le libertà degli interessati”. Proprio a salvaguardia dei diritti fondamentali dei più giovani, infatti, il Garante ha imposto a Tik Tok il divieto del trattamento dei dati degli utenti che si trovano sul territorio italiano nei confronti dei quali non sia stato possibile verificare l’età con assoluta certezza.

La misura adottata dall’Autorità Garante non deve intendersi come un’emotiva risposta correlata ai tragici eventi avvenuti nelle scorse settimane.  A ben vedere, infatti, il provvedimento cautelare posto in essere tramite la nota d’urgenza del Garante, non rappresenta il primo campanello d’allarme rispetto alle criticità presentate dal social network di matrice cinese. Un importante monito a tutela dei più giovani era già stato affermato con il provvedimento dello scorso 22 dicembre, nel quale il Garante aveva denunciato l’eccessiva facilità con la quale poter aggirare il divieto di iscrizione per i minori di 14 anni. Tik Tok, si legge nel citato provvedimento, non rispetta le norme a tutela del diritto alla protezione dei dati personali, le quali esigono per l’iscrizione ai social network il consenso autorizzato dei genitori, o del soggetto dotato della responsabilità genitoriale, del minore che non abbia compiuto 14 anni.

Ulteriore elemento patologico ravvisato dall’Autorità Garante riguarda il mancato rispetto del principio di informazione nell’ambito del trattamento dei dati personali: l’informativa rilasciata agli utenti, infatti, si presenta in un formato standardizzato e non soddisfa i requisiti di semplicità ed intuitività che ne permetterebbero la completa comprensione ai giovanissimi utenti.

Nel comunicato stampa del 3 febbraio scorso, l’autorità italiana ha fatto sapere che il social network cinese provvederà ad adeguarsi alle richieste.

A partire dal 9 febbraio, adempiendo alle richieste del Garante, Tik Tok effettuerà il blocco degli account di tutti gli utenti in Italia e prima di permettere l’utilizzo della piattaforma, richiederà nuovamente l’indicazione della data di nascita, mentre gli account degli utenti minori di 13 anni verranno rimossi.

A seguito di questa prima fase di verifica, Tik Tok ha previsto l’utilizzo di tecnologie di intelligenza artificiale al fine di accertare con maggior precisione la presenza di utenti al di sotto della soglia di età minima. In piena coerenza con il principio di accountability sembra dunque che la tecnologia di analisi comportamentale del colosso cinese possa, allo “stato dell’arte”, rappresentare la via più indicata per identificare l’età dell’utente e tutelarne diritti e libertà.

L’analisi attraverso appositi algoritmi dell’enorme quantità di informazioni sull’utente a disposizione dei social network potrebbe offrire la possibilità di rilevare la presenza di utenti al di sotto della soglia minima prevista per legge. Sin dalla progettazione di queste tecnologie risulterà imprescindibile far sì che il processo di accertamento dell’età dell’utente non rappresenti una sproporzionata ingerenza nella riservatezza dell’individuo. A tal fine, dunque, il colosso cinese si è impegnato a porre in essere un dialogo con il Data Protection Commissioner – l’Autorità di controllo competente in Irlanda – Paese che ospita lo stabilimento principale di Tik Tok in Europa.

Il tema della tutela dei dati personali dei minori, pare opportuno segnalarlo, è di estrema attualità nella sede del Data Protection Commissioner irlandese. Sino al 31 marzo 2021, infatti, sono aperte le consultazioni sulla bozza del provvedimento che ha ad oggetto i “Principi per un approccio al trattamento dei dati orientato ai bambini” elaborati al fine di promuovere il miglioramento degli standard da rispettare per il trattamento dei dati dei minori. 

Tik Tok, inoltre, ha annunciato l’introduzione di una funzionalità interna all’applicazione che permette agli utenti di segnalare, attraverso un apposito pulsante gli iscritti considerati minori di 13 anni.

Anche con riferimento alle informazioni fornite agli utenti, Tik Tok ha preannunciato la redazione di una versione della propria privacy policy più adatta ai minori di 18 anni, volta a fornire con maggior chiarezza, informazioni circa trattamento dei loro dati personali.

Infine, Tik Tok lancerà una campagna di sensibilizzare per genitori e figli, allo scopo di garantire maggiori tutele per i minori. L’Autorità Garante, ottemperando all’art. 57, par.1 lett. b), al fine di promuovere la consapevolezza e far comprendere alla popolazione i rischi, le norme, le garanzie e i diritti in relazione al trattamento, promuoverà una campagna di sensibilizzazione sulle TV italiane. Tale campagna, in collaborazione con Telefono Azzurro, avrà l’obiettivo di coinvolgere i genitori invitandoli all’attenzione con riguardo al momento in cui sarà richiesto ai figli di indicare la loro età per eseguire l’accesso al proprio account Tik Tok.

 

In breve, il problema non si risolve in toto, resta sulle spalle dei genitori (così come è giusto che sia) la responsabilità ed il controllo sugli accessi digitali dei propri figli. La rivoluzione digitale è passata da “non passare per il bosco” a “non accedere ai contenuti di quel social”.

Cappuccetto Rosso sceglierà quasi sempre di passare per il bosco!

 

Andrea Di Santo

Key Account Manager